In passato, i giudici erano soliti concedere gli alimenti solo sulla base del fatto che l’ex moglie guadagnasse meno dell’ex marito, senza considerare le ragioni di questa disparità o se avesse risorse umane sufficienti per essere autosufficiente e mantenersi autonomamente. Ma i tempi sono cambiati e oggi l’assegno di mantenimento è una sorta di premio al merito.
Questa è la giurisprudenza attuale, che ha modificato il principio in questione a seguito di due sentenze della Suprema Corte del 2017 e del 2018 (Cass. sent. n. 11538/17 e Cass. S.U. sent. n. 18287/18).
È quindi interessante sapere in quali casi di separazione o divorzio l’assegno in questione non è dovuto e se è possibile evitare di pagare l’assegno mensile agli ex coniugi e ai figli non ancora indipendenti.
Assegno di mantenimento: le condizioni per ottenerlo
Dopo un divorzio, deciso dai coniugi in modo consensuale oppure da un tribunale per via di un’infedeltà certificata da un’indagine compiuta da investigatore Privato Caserta, arriva il momento dell’assegno di mantenimento o assegno divorzile.
Questo è dovuto quando esiste una disparità economica tra gli ex coniugi, controllando chi dei due ha il reddito più basso e, quindi, non è in grado di mantenersi da solo.
L’assegno non viene concesso se il coniuge con il reddito più basso ha abbastanza denaro per vivere autonomamente.
Ad esempio, un’insegnante che percepisce uno stipendio mensile di 2.000 euro, anche se il suo ex marito vive molto meglio di lei, non avrà mai diritto a un contributo mensile.
Per il riconoscimento dell’assegno, la differenza di reddito tra gli ex coniugi non lo legittima.
Il giudice deve anche stabilire se la differenza sia una diretta conseguenza delle decisioni prese e condivise dai due coniugi nel corso del loro matrimonio per quanto riguarda la distribuzione dei ruoli.
Si tratta del caso in cui il coniuge più debole economicamente e che ha richiesto il mantenimento, rinuncia alla possibilità di avanzare professionalmente per concentrarsi sulla gestione di famiglia, casa e figli.
Per esempio, una madre lascia il lavoro o accetta un lavoro part-time per diventare casalinga a tempo pieno.
Se uno dei due coniugi è meno forte finanziariamente dell’altro, ha diritto a un assegno di mantenimento, non per sua colpa, ma perché ha contribuito alla formazione del patrimonio coniugale.
Per ottenere questo beneficio, è necessario verificare se il coniuge richiedente è abbastanza giovane da poter intraprendere un’attività lavorativa nonostante sia disoccupato o si trovi in una situazione economica difficile.
Questo è il caso di coloro che hanno ancora un potenziale occupazionale, come chi ha qualifiche professionali, esperienza lavorativa o formazione post-scolastica.
Oltre all’età del richiedente, si deve prendere in considerazione anche la durata del matrimonio, che può o meno aver pregiudicato l’attività lavorativa del richiedente.
Se il matrimonio non è stato di lunga durata, il coniuge più debole potrebbe non aver lavorato, il che potrebbe non aver portato a una separazione in buona fede, che è la base per l’assegno di mantenimento.
L’ex coniuge può ricevere l’assegno divorzile se ha interrotto ogni contatto con il mondo del lavoro per concentrarsi sulla famiglia e non è più in grado di mantenersi a causa della lunga distanza.
A quanto ammonta l’assegno di mantenimento?
Una volta stabilita l’idoneità, il passo successivo è la determinazione dell’importo. Per quantificarlo, occorre distinguere tra assegno di mantenimento, che viene corrisposto subito dopo la separazione, e assegno di divorzio, che viene corrisposto dopo l’emissione della sentenza di divorzio.
In entrambi i casi, viene valutata la capacità finanziaria del coniuge che è obbligato a pagarlo. L’assegno di mantenimento ha lo scopo di garantire l’identico tenore di vita di quando il richiedente era sposato.
L’assegno di divorzio non ha nessun legame con questo parametro e serve solo a garantire la cosiddetta indipendenza finanziaria, cioè la capacità di mantenersi indipendentemente da quella dell’altro coniuge, il quale probabilmente è molto più elevato.
Solitamente, l’assegno di mantenimento è superiore a quello divorzile.